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ABOUT ME

• Come docente, fin dai primi anni Novanta ha organizzato corsi post – laurea e tenuto lezioni in ambito universitario (Istituto Universitario di Architettura di Venezia, 1994, 1996, etc.) e per la Comunità Europea (GISIG, 1994). E’ stato per due anni accademici consecutivi, professore a contratto presso lo IUAV – Corso di Diploma universitario in Sistemi Informativi Territoriali (a. a. 1995 – 1996 e 1996 – 1997).

• Tiene con continuità attività di formazione nell’ambito dei lavori pubblici, in particolare per quanto riguarda la direzione dei lavori e l’organizzazione del cantiere, che integra con la pubblicazione di volumi e scritti.

• Svolge prestazioni di collaudo, sia statico-strutturale che tecnico-amministrativo per edilizia pubblica e privata, nonchè in materia di cartografia numerica.

• Dal maggio 1993 svolge attività di progettista, coordinatore per la sicurezza, direzione lavori, per conto proprio o in collaborazione con Studi professionali nell’ambito di incarichi conseguiti attraverso gare.

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«Il mio mestiere è l’architettura. Mi sembra più esatto dire così che non “faccio l’architetto”, perché l’architettura è una cosa difficile da avvicinare e io ho tentato di farlo con vari mezzi: progettare edifici, disegnare piani regolatori, collaborare alla redazione di leggi, scrivere libri o articoli di giornale, insegnare la storia dell’architettura. Non ho potuto ancora scegliere di fare una sola di queste cose, perché lo scopo che questa disciplina si pone, vale a dire migliorare anche solo di poco l’ambiente fisico in cui vive la gente, è troppo importante e difficile per tentare di raggiungerlo in un unico modo. Qualche volta è possibile costruire un piccolo pezzo di questo ambiente in un contesto accettabile; qualche volta bisogna tentare di correggere questo contesto, cioè aiutare l’amministrazione pubblica a fare piani urbanistici; qualche volta invece si scopre che occorre prima rifare le leggi; e qualche volta ancora che non si può fare nessuna di queste cose e dunque non resta che riflettere e scrivere.»

 

Leonardo Benevolo, La fine della città, 2011, Laterza, Roma - Bari, intervista a cura di F. Erbani, cit. p. 20 - 21.

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