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Vitaliano Trevisan: le strade del Veneto

«[…] molto ci sarebbe da dire, e da ridire, sullo stato delle strade italiane in generale, e delle strade del Veneto in particolare, che, com’è noto, non è esagerato definire disastroso, anzi scandaloso, ed è così da sempre. In nessun posto al mondo, avevo detto, la situazione della viabilità è così confusa come nel Veneto, così mal gestita come in Veneto, e ogni anno che passa è peggio. Di continuo si costruiscono nuove strade che, nelle intenzioni, e nelle dichiarazioni, dovrebbero migliorare la situazione, snellire il traffico, ridurre il numero di incidenti, per poi scoprire che la situazione non è affatto migliorata, il traffico è ancora più caotico, il numero degli incidenti non è affatto diminuito, anzi è aaumentato e, in definitiva, la situazione è solopeggiorata e continua a peggiorare ogni giorno che passa. Si costruisce una cosiddetta superstrada a scorrimento veloce, enel giro di pochissimo tempo, la superstrada viene intersecata da innumerevoli e pericolosissimi incroci, attraversamenti a raso, accessi privati, e lo scorrimento veloce diventa scorrimento lento, lentissimo, a singhiozzo per così dire, ed estremamente pericoloso, così che si è costretti a costruire un’altra strada, e poi un’altra ancora, cercando sempre di porre rimedio a una situazione ormai disperata e del tutto irrimediabile. In Italia, avevo detto a Hennetmair quella mattina, non si fa aa tempo ad asfaltare una strada, e subito, su quella stessa strada appena asfaltata, vengono fatti gli scavi per le tubazioni del gas, oppure dell’acqua, oppure della linea elettrica, oppure della nuova fognatura, la strada non è ancora finita, ed è già tutta rattoppata, rabberciata, piena di buche, con tombini fuori terra che sono delle vere e proprie trappole, senza pista ciclabile, priva di attraversamenti pedonali e così via. Per non parlare dei materiali e dell’esecuzione dei lavori che, trattandosi di lavori pubblici, sono sempre materiali scadenti ed esecuzioni dei lavori scadenti, così che anche i rattoppi e i rappezzi, fatti con materiali scadenti posati in opera tutt’altro che a regola d’arte, diventano rattoppi e rappezzi malfatti, per cui comunque lo stato e le amministrazioni, e in definitiva i cittadini, pagano un prezzo folle e addirittura scandaloso. E malgrado la situazione delle strade sia così disastrosa, la gente si lancia comunque a tutta velocità su quelle strade intasate tutte rappezzate e rattoppate, dotate diuna segnaletica stradale insufficiente e confusa e a volte adirittura criminale.» (p. 16-7)

• Vitaliano Trevisan, Il ponte. un crollo, 2007, Giulio Einaudi editore, Torino

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