Un documentato restauro ad Asolo
- Massimo Pasqualin
- 18 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 21 ott 2020
Camminando per il centro storico di Asolo si è accolti dal fascino della piccola città. Lasciamo da parte - in questa occasione - i "cento orizzonti" ovvero il valore strategico della posizione dell'insediamento e, in particolare, della Rocca e del Castello, che - ai giorni nostri - diventa panorama del territorio.
All'interno avvolti dalle architetture, percorrendo le vie Forestuzzo e Robert Browning per arrivare in piazza Giuseppe Garibaldi, si entra nello stretto portico, presi dalle attività che vi si presentano. Bisogna uscirne all'altezza della via che scende in piazzetta San Pio X, prima dell'abside del Duomo, e guardare al livello della pavimentazione stradale.
Una pietra basamentale in comune a due diversi archi (quello di sinistra a sesto acuto, l'altro a sesto ribassato) riprende il carico delle due autonome colonne - pilastro. La pietra riporta un'epigrafe che testimonia da anni - più di trecentoventiquattro - un intervento di restauro resosi necessario per un "HORIBILE" evento.

L'autorevole sito dell' Istituto nazionale di geofica e vulcanologia nella sezione relativa al catalogo dei terremoti documenta gli effetti sul contesto antropico ed edilizio: "Le fonti ufficiali sincrone testimoniano il crollo completo di 1477 case e il grave danneggiamento di altre 1284 con la morte di 46 persone. Si verificarono crolli e danni gravi nel palazzo Podestarile, dove caddero delle volte. La torre dell’orologio si aprì, minacciando di crollare completamente; crolli nella chiesa Madre. Danni gravi a edifici e mulini del circondario. Le cifre degli edifici colpiti si riferiscono sia al centro principale che ai sobborghi. Sono ricordati 150 morti circa per il territorio tra Asolo e Bassano." "L’evento causò gravi danni in larga parte del Veneto; l’area più danneggiata è localizzata nell’alto trevigiano, a sud del Monte Grappa. Le località più colpite furono la città di Asolo e i villaggi circostanti: oltre 30 centri abitati subirono distruzioni gravissime e in altri 24 paesi e villaggi si ebbero crolli parziali e dissesti."

fonti:
Guidoboni E., Ferrari G., Mariotti D., Comastri A., Tarabusi G., Sgattoni G., Valensise G. (2018) - CFTI5Med, Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C.-1997) e nell’area Mediterranea (760 a.C.-1500). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). doi: https://doi.org/10.6092/ingv.it-cfti5
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Guidoboni E., Ferrari G., Tarabusi G., Sgattoni G., Comastri A., Mariotti D., Ciuccarelli C., Bianchi M.G., Valensise G. (2019), CFTI5Med, the new release of the catalogue of strong earthquakes in Italy and in the Mediterranean area, Scientific Data 6, Article number: 80 (2019). doi: https://doi.org/10.1038/s41597-019-0091-9
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