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Il cantiere: un polittico e una poesia

Aggiornamento: 2 lug 2021

Oggi più che mai sicurezza e salute sono l’endiadi dell’agire nel cantiere.

Molte consuetudini di cantiere vengono travolte dalle tragiche motivazioni dello stato di emergenza iniziato il 31 gennaio 2020.

Più di un secolo ci divide dall’opera di Giacomo Balla – un grande olio su cartone – dedicata a La giornata dell’operaio, composizione di tre fotogrammi per un edificio in costruzione, dove gli operai

(lavorano, mangiano, ritornano)

e dalla poesia di Ada Negri, che coglie i lavoratori che

Escono dal cantiere, a coppie, in branchi,

con le giacche sull’òmero. — Muraglia

vivente forman sulla via che abbaglia

nel sole. — Ira e tristezza li fan bianchi. —

[...]

fonte dell'immagine:

Luigi Ravasio [ing.], Guido Lombardi [geom.], Aldo Betti [ing.], Lezioni di arte edile per muratori, La Scuola editrice - Collegio dei costruttori di Brescia e provincia, Brescia 1955, vol. I, copertina

Momenti – oggi – resi oltremodo complicati dal virus pandemico.

Riferimenti

Giacomo Balla

«Durante i primi anni del Novecento, troviamo Balla impegnato anche in opere dalla tematica sociale.

Da notare il polittico Lavorano mangiano ritornano (meglio conosciuto come La giornata dell’operaio) 30 del 1904 dove lo spazio trinitario definisce il tempo di una realtà proletaria: la costruzione di un edificio.

Scandito da una semplice cornice colorata a mattoncini rossi, il palazzo in costruzione costituisce la scena unica, dilatata nei diversi pannelli, su cui si articola l’intera vicenda ben sottolineata dal titolo lavorano mangiano ritornano.

“La cornice, a mattoni dipinti, è immessa interamente nel significato del quadro. Per costruire un quadro, dice Balla, bisogna cominciare da zero, tutto è importante: è l’avvio della ‘ricostruzione futurista dell’universo’”» 31

nota 30) Lavorano mangiano ritornano, 1904, polittico a olio su carta, cm 100 x 135. Collezione privata, courtesy MaxmArt, Mendrisio. Da ultimo, viene esposto a Milano nel 2008, n. I.10.

nota 31) M. Fagiolo dell’Arco, Balla pre-futurista, Bulzoni editore, Roma 1968, pag. 19.

[Elena Gigli, “12-29 Futur Cornice” in E. Gigli (a cura di) 12- 29 Futur Balla, Arte Centro - Arte Moderna, 2008, pag. 17]

Ada Negri

Escono dal cantiere

Escono dal cantiere, a coppie, in branchi,

con le giacche sull’òmero. — Muraglia

vivente forman sulla via che abbaglia

nel sole. — Ira e tristezza li fan bianchi. —

Su ogni moto dei muscoli riflessa

l’impronta sta della materia inerte

dalla potenza de le braccia esperte

plasmata, martellata, sottomessa.

L’uomo con l’opra una sol forza forma

che non si scinde. — Essi lo sanno. — E il rude

edificio lo sa, ch’oggi si chiude

dietro i ribelli e par che invitto dorma,

ma doman, nella pura alba serena,

spalancherà le porte all’orda muta:

— non può batter il cuor, se si rifiuta

il sangue fluir per vena e vena

(1910)

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