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A bordo del Polarlys

Una nuova edizione porta l'attenzione su un'opera di Georges Simenon dal titolo Il passeggero del Polarlys.

Nel romanzo il Polarlys è un vapore costiero, quel tipo di nave o meglio di servizio atto «a garantire tutte le comunicazioni, il trasporto della posta e dei viveri» essendo la costa norvegese «formata da una catena di monti varcata solo da un paio di strade, a sud. Da Trondheim in poi quelle strade spariscono, per non parlare delle ferrovie». «Se non passassero le navi, la popolazione sarebbe completamente isolata dal resto del mondo, con la montagna invalicabile alle spalle e i marosi dell'Atlantico di fronte. Ecco perchè le compagnie di navigazione sono sovvenzionate dallo Stato e svolgono un servizio pubblico». [GS 2016, p. 48-9]

«La nave non aveva niente di prestigioso. Era un vapore di un migliaio di tonnellate, puzzolente di merluzzo e con un ponte sempre ingombro di merce, che copriva la rotta tra Amburgo e Kirkenes, costeggiando il litorale norvegese e facendo scalo anche nei porti più piccoli. Nave mista, poteva accogliere fino a cinquanta passeggeri di prima classe e altrettanti di terza» [GS 2016, p. 12-3], ma in quest'occasione ne ospita pochissimi.

Non disponeva di radiotelegrafo, ma avevano una «cartina» su cui nel momento del bisogno si chinavano per le osservazioni in sala nautica, il comandante e gli ufficiali [GS 2016, p. 43]. Ma quel che più conta era la presenza a bordo del pilota del porto competente per il tratto della rotta da percorrere.

Fonte dell'immagine: Polarlys nel 1938, didascalia originale: Anders Beer Wilse (1865 - 1949), Norwegian coastal express ship (Hurtigruten) DS Polarlys, built in 1912, in [WP 2016]

Il Polarlys è esistito veramente. Costruito a Copenhagen è stato varato nel gennaio 1912 e consegnato due mesi dopo. Della stazza lorda di 1.069, era lungo 208 piedi (circa settanta metri) con 65 cabine di prima classe, 32 di seconda e 44 di terza. La velocità di crociera in base a quella massima dichiarata, può essere stata intorno ai 10 nodi. Risulta che sia stato oggetto di riparazioni nel 1930 con la riduzione del numero delle cabine. [WP 2016] Nel 1914 ha svolto servizio tra Trondheim - Bergen e Newcastle up Tyne [NH 2016], una linea ancora attiva che collega la città inglese con Bergen - Haugesund - Stavanger.

Fonte dell'immagine: Prospetto laterale (dritta) del Polarlys , in shipbucket.com (A Growing Archive of Naval Drawings from around the World - Real Designs/Norway), URL consultato il 7 gennaio 2017

Si consideri che effettivamente nell'inverno tra il 1929 - 30 Georges Simenon fece una crociera sul Polarlys, alla scoperta della costa norvegese fino al Circolo polare artico. [JS 2017]

«Fin dal 1851 era stata fondata la Compagnia di Bergen delle navi a vapore (Det bergenske dampskibsselskab), cui seguì nel 1857 la compagnia delle navi a vapore della Norvegia settentrionale (Det Nordenfjeldske Dampskibsselskab, per la precisione l'aggettivo nordenfjeldsk, qui tradotto con "settentrionale" indica le regioni norvegesi a nord della montagna di Dovre). Queste società gestivano principalmente le rotte verso la città di Amburgo. In seguito tuttavia esse cominciarono a collegare anche località lungo la costa. A partire dagli ultimi anni del XIX secolo, insieme alla Compagnia delle navi a vapore di Vesterålen (Vesteraalens Dampskibsselskab, fondata nel 1881) cominciarono a navigare tra il sud del Paese lungo l'itinerario di quella che sarebbe divenuta la celebre e tuttora pienamente attiva Hurtigruten (fondata nel 1893 dal capitano Richard With, che già era stato tra i promotori della Compagnia delle navi a vapore di Vesterålen). Questo "percorso rapido" (tale è il significato del nome) avrebbe reso possibili veloci trasferimenti fino ad allora impensabili. Non a caso questa linea navale è considerata la "strada nazionale nr. 1" ("Riksvei Nr. 1"). Fin dal 1827 tuttavia era in servizio la Costituzione (Costitutionen) una piccola nave a vapore (costruita in Inghilterra) che effettuava il servizio postale tra Kristiania e Kristiansand (Vest-Agder). la prima nave a vapore costruita in Norvegia fu Re Ring (Kong Ring) nel 1837.» [GCI 2015, cap. 12.2.3, nota 258]

Al capitano norvegese Richard Bernhard With (Tromsø, 1846 – Kristiania, 1930), che dal 1910 assunse incarichi politici nel Liberal Left Party, sono dedicati un monumento e un busto, rispettivamente nella città natale e a Stokmarknes, entrambe citate nel romanzo. Tra il Mare del Nord, il Mare di Norvegia e il Mare di Barents, naviga dal 1993 una nave da crociera col suo nome di lunghezza pari a 121 metri e 19 di larghezza, che accoglie oltre seicento passeggeri.

All'autore non mancavano i riferimenti e le conoscenze per descrivere i luoghi, gli ambienti e gli stati d'animo in un contesto di mare tanto peculiare come quello norvegese. Da anni erano disponibili - anche al pubblico di lingua italiana - suggestive descrizioni fornite da visitatori, fortemente motivati come l'allora monsignor Johannes Olav Fallize (Bettlingen / Hardlingen, 1844 - Santa Zita Lussemburgo, 1933), che ha consentito ad un anonimo redattore la stesura del resoconto di una serie di viaggi in Norvegia, che non potevano che essere per gran parte a bordo di vapori. Il futuro vescovo, in qualità di vicario apostolico scrive «Un viaggio in febbraio, ne' paesi del ghiaccio è un affare molto serio. Pei grandi viaggi lungo le coste noi non abbiamo in Norvegia altro che il mare; poichè le grandi strade fanno giri impossibili; e non è dato a tutti di poter passare intere settimane in vettura o in slitta con un freddo che spacca le rocce» [JOF 1896a, p. 29], mentre il redattore in apertura aveva annotato che «il paese è tutto intersecato da bracci di mare e da baie, le cui acque, ingolfandosi tra le gole di altissime rocce slanciantisi la più parte a picco, addentransi fino a cento chilometri nelle terre, e poi diramansi in un prodigioso numero di canali marittimi, colà chiamati fiords; i quali o sboccano ne' laghi, a cui diedero origine, o fecondano le campagne e agevolano il commercio» [JOF 1896a, p. 21]

Nella stagione invernale il prelato ha «imparato ad ammirare il sangue freddo e lo spirito di sacrifizio dei nostri bravi marinai norvegesi. Veggonsi sovente dal capo alle piante come cristallizzati dal gelo con la barba, i capelli e gli abiti coperti di ghiacciuoli, starsene le lunghe ore immobili al loro posto, e non aprir bocca che per dire agli atterriti passeggeri non esservi pericolo di alcuna sorta, anche allora che il legno minaccia di dare alla banda sotto il peso delle acque gelate, ond'è aggravato sul ponte» [JOF 1896a, p. 31]

La navigazione che fa da sfondo al giallo si sviluppa tra la fine febbraio [GS 2016, p. 12] e il mese di marzo, è un servizio di linea alquanto collaudato per il comandante che lo svolgeva «da dodici anni» [GS 2016, p. 19] e che a diciannove anni «aveva già fatto tre volte il giro del mondo». [GS 2016, p. 14]

I punti della geografia narrativa sono i seguenti, anche se il comandante ci fa sapere che sono oltre venticinque i porti norvegesi che aspettano il vapore per la posta, le provviste, i macchinari, i giornali. [GS 2016, p. 48]

Amburgo (fiume Elba), porto di base per il Polarlys che faceva la spola con Kirkenes, oltre Capo Nord

faro di Cuxhaven, che «avrebbe annunciato il mare» [GS 2016, p. 17] e dove il pilota dell'Elba sarebbe sceso per rientrare «con una barchetta che lo stava aspettando», ma che accompagnava un sovrintendente di polizia, per un imbarco al volo. [GS 2016, p. 22]

Stavanger, «A cinque miglia dal porto imbarcarono un pilota che aveva accostato su un piccolo cutter» [GS 2016, p. 45] «della città, incastonata nel fianco della montagna, si scorgeva a malapena l'imbocco di una strada in salita e, illuminata dai lampioni, qualche facciata di legno dipinta di ocra scuro e di verde». [GS 2016, p. 46]

Bergen, è la sede della B. D. S. la compagnia proprietaria del Polarlys [GS 2016, p. 62]. Da qui «stava cominciando la seconda parte del suo viaggio. Da Amburgo a Bergen, è ancora il Sud, cosparso di grandi città. Ma poi specialmente dopo lo scalo di Trondheim dell'indomani, la nave avrebbe attraccato perlopiù alle palafitte di piccole borgate, fatte di poche case di legno» [GS 2016, p. 63]. È la città della famiglia del comandante. [GS 2016, p. 64] Il redattore che scrive sulla base della relazione del vicario Fallize non può tralasciare la cattedrale e la chiesa di santa Maria, ma sul versante geografico conferma la condizione climatica di "confine" «Non ostante la sua boreale latitudine ha un cielo sì mite che la temperatura ben di rado vi discende sotto lo zero; onde il suolo rivestesi di una ricca flora nutrita da abbondanti piogge, [...]» [JOF 1896b, p. 295].

Trondheim, «Si stavano avvicinando al circolo polare artico. sui pendii montani, le abitazioni diventavano sempre più rare. Per tre volte, quel giorno, il Polarlys fece scalo in villaggi di non più di dieci case, dove uomini uomini col berretto di pelliccia caricavano le casse e i barili sulle slitte» [GS 2016, p. 88]. «Il cielo era grigio. Il mare era grigio. Al punto che la luce sembrava emanare direttamente dal biancore glaciale delle montagne di cui la nave seguiva ogni frastagliatura» [GS 2016, p. 89]. Da qui il vicario Fallize si imbarca per visitare le regioni boreali annotando che «chi viaggia colà in questa stagione [l'estate, nda] ha sempre d'innanzi a sè nuovi spettacoli di natura. La luce, il colore e la trasparenza dell'aria sono tutt'altra cosa che nel rimanente d'Europa; e la fauna di mare, e anche in parte quella di terra, sembra moltiplicarsi sui suoi passi. E quel che è più maraviglioso, gli uccelli e i quadrupedi, all'entrare del verno, cangiano di colore, divenendo bianchi come la neve» [JOF 1896b, p. 297].

Bodø, «Avevano passato Bodø. Il Polarlys zigzagava tra le Lofoten, beccheggiando, di ora in ora in una tormenta di neve» [GS 2016, p. 91].

isole di Lofoten, «Fino alle isole Lofoten il clima era normale. Poi, di colpo, si piombava nel ghiaccio e in una notte lunga tre mesi» [GS 2016, p. 13]. «meno dodici all'altezza delle Lofoten» [GS 2016, p. 70]. «Presto sarebbero stati protetti dalle Lofoten, ma verso sera si sarebbero trovati al largo, esposti con ogni probabilità a venti piuttosto impetuosi» [GS 2016, p. 89]. Nell'ampio saggio basato sulla relazione di viaggio del vicario Fallize le isole sono «nude e brulle, ma rinomate per la pesca de' merluzzi di cui formicola da gennaio ad aprile quel braccio di mare, che le parte da terra. Ivi nel tempo della pesca dànno fondo fino a cinque e sei mila barche montate da oltre trentamila pescatori; i quali nel cuor del verno vi soffrono disagi e traversie di mare spaventose pe' venti aquilonari onde sono di frequente tempestati que' paraggi» [JOF 1896b, p. 298].

Svolvær, «Erano nel porto di Svolvær, insieme ai tre, quattromila pescherecci in legno di abete che, nel mese di febbraio, vi affluiscono da ogni angolo della Norvegia per la stagione del merluzzo. Una miriade di alberi. Un pungente odore di resina» [GS 2016, p. 103].

faro di Lødingen, «"Da un momento all'altro dovremmo avvistare il faro di Lødingen ...» [GS 2016, p. 119]

Stokmarknes e Sortland, «Procedevano in navigazione stimata. Mantenendosi a non più di due miglia dalla costa, seguivano il litorale disseminato di isole e scogli, che offriva solo passaggi angusti e agitati da correnti contrarie. Bisognava scorgere in tempo le luci verdi, rosse o bianche che lampeggiavano in cima alle boe. I tre uomini stavano un quarto d'ora, a volte mezz'ora, senza aprire bocca. poi uno di loro indicava un punto nel buio dove, di lì a poco, anche gli altri due vedevano spuntare una luce. Allora veniva pronunciato un nome: "Stokmarknes ... Sortland ...» [GS 2016, p. 120-1].

scogliere di Risøyhamn, «Non era il momento di discutere. Sporgendosi, vide una luce rossa che annunciava le scogliere di Risøyhamn» [GS 2016, p. 124].

Tromsø, «Il pilota era tutto concentrato su qualcosa. "Capisce cosa dicono, laggiù?". Indicò delle luci intermittenti, appena visibili. "È già Tromsø! Ma sembra proprio che ci stiano ordinando di tenerci al largo ... Non ha visto? ... Aspetti! ... [...]» [GS 2016, p. 127].

faro di Skjervøy, «Vriens e il pilota sarebbero riusciti ad avvistare il faro di Skjervøy, che era uno dei più difficili da individuare? [...] Aveva davanti agli occhi, come un'ossessione, l'oceano nero, dove avrebbe voluto cercare il faro di Skjervøy» [GS 2016, p. 133-4].

Hammerfest, è dove Katia Storm sbarca [GS 2016, p. 155], per andare «verso la Finlandia e la Russia» [GS 2016, p. 157]. Il vicario Fallize non ha dubbi «è questa la città più settentrionale del mondo», ne segnala «una colonna commemorativa della misura di una parte del meridiano fatta dal 1816 fino al 1852» [JOF 1896b, p. 302]. In effetti si tratta della colonna di marmo eretta nel 1854. che ricorda una fondamentale cooperazione scientifica compiuta in quegli anni, tra studiosi provenienti da Russia, Svezia e Norvegia per determinare la misura del meridiano e quindi contribuire alla misurazione del globo terrestre. La colonna segna uno dei punti di stazione - quello più a nord - dello Struve Geodetic Arc ossia una concatenazione di misure geodetiche e topografiche (triangolazioni) sviluppate da qui al Mar Nero. È la prima opera scientifico - tecnologica inserita nella UNESCO World Heritage List (2005).

Fonte dell'immagine: Struve Geodetic Arc, in visitnorway.it , URL consultato il 7 gennaio 2017

Honningsvåg, «il primo porto del Mar Glaciale Artico ...» [GS 2016, p. 156]. «Fu il comandante ad allungare il braccio e a tirare tre volte la maniglia per annunciare l'arrivo del Polarlys a Honningsvåg, dove già venivano spinte verso i pontili le slitte cariche di merluzzi» [GS 2016, p. 157].

Fonte dell'immagine: copertina della rivista Police Magazine n. 381, 13 marzo 1938, con il quale inizia la pubblicazione del romanzo giallo

Da vedere le belle copertine del volume nelle edizioni precedenti, quella del 1930 di Arthème Fayard a Parigi o dei Gialli Economici Mondadori nel 1934 [LE 2016]. Ancora più coinvolgenti le immagini della rivista Police Magazine che pubblicò nel 1938 il romanzo a puntate [GD 2016], dal numero 381 al 391, tutte le domeniche tra marzo e maggio, e che non mancò di corredare lo scritto con disegni in bianco e nero di certo effetto sul lettore [PM 1938].

Nell'odierna edizione la copertina non rivela il giallo che compone il romanzo. Il quadro che occupa la parte bassa, opera di Laurits Andersen Ring (Selandia, Danimarca, 1854 - Sankt Jørgensbjerg, 1933), Giorno d'estate. Fiordo di Roskilde (1900, Randers Kunstmuseum, Randers - Danimarca), è considerato un capolavoro della cultura danese, e richiama solo vagamente le «bellezze naturali» che tanto interessavano Katia Storm [GS 2016, p. 70] e il «paesaggio» spesso opprimente, rappresentati nell'opera. Alla fine «Il paesaggio sarebbe bastato di per sè a rendere tutti nevrastenici. Navigavano lungo stretti canali che si immettevano l'uno nell'altro come gallerie nella tana di una talpa. E il cielo era così basso che sembrava di avere sopra la testa un coperchio chiuso ermeticamente» [GS 2016, p. 152].

Fonte dell'immagine: copertina dell'edizione Adelphi 2016, in adelphi.it , URL consultato il 7 gennaio 2017

Georges Simenon (Liegi, Belgio, 1903 - Losanna, Svizzera, 1989) ha avuto frequentazioni nautiche, ne sono prova la terminologia appropriata e i precisi dettagli sparsi nell'opera. Si conoscono le esperienze compiute a bordo della chiatta Ginette (1928), lungo i canali navigabili della Francia, e poi del cutter Ostrogoth , per limitarci alle prime crociere.

 

Riferimenti

[GS 2016] Georges Simenon, Il passeggero del Polarlys, Adelphi Edizioni, Milano 2016 (Tit. orig. Le passager du "Polarlys" 1932, trad. Annamaria Carenzi Vailly)

[GD 2016] Gioacchino Dimaio, 21 luglio 2016, in duecentopagine.blogspot.it , URL consultato il 7 gennaio 2017

[LE 2016] Lucius Etruscus, 6 luglio 2016, in archividiuruk.wordpress.com , URL consultato il 7 gennaio 2017

[JOF 1896a] La Norvegia e una corsa apostolica di Mons. Fallize, in «Civiltà cattolica», Anno XLVII, Serie XVI, Vol. VI, Quaderno 1099, 4 aprile 1896, cap. I - IX, pagg. 19 - 35

[JOF 1896b] La Norvegia e una corsa apostolica di Mons. Fallize, in «Civiltà cattolica», Anno XLVII, Serie XVI, Vol. VI, Quaderno 1101, 2 maggio 1896, cap. X - XIV, pagg. 289 - 303

[NH 2017] scheda per S/S Polarlys, in norwayheritage.com (Norway - Heritage), URL consultato il 7 gennaio 2017

[GCI 2015] Gianna Chiesa Isnardi, Storia e cultura della Scandinavia. Uomini e mondi del Nord, Bompiani / RCS Libri, Milano 2015

[PM 1938] Police Magazine, dal n. 381 (13 marzo) al n. 391 (22 maggio), 1938, in criminocorpus.org , URL consultato il 7 gennaio 2017

[WP 2017] voce "SS Polarlys", in en.wikipedia.org (Wikipedia), URL consultato il 7 gennaio 2017

[JS 2017] John Simenon, timeline of Simenon’s life , in simenon.com (The official Georges Simenon website, by John Simenon ), in URL consultato il 7 gennaio 2017

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