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Iwasaki a Venezia

Aggiornamento: 15 nov 2020

Takahiro Iwasaki a la Biennale di Venezia 2017 - 57. Esposizione Internazionale d'Arte, nel padiglione Giappone, curatore della mostra Menuro Washida

Tectonic Model (Flow)

«Su un tavolo antico acquistato a Venezia si affastellano libri in posizione precaria. Fettucce segnalibri shori, sono invece sfilate per creare delle gru, in modo che i libri sembrino palazzi in costruzione. Le pubblicazioni selezionate sono attinenti a strategie antisismiche e tecniche scientifiche, o a tematiche energetiche. Nel titolo, tectonic indica sia struttura che movimento tellurico: gli strati di libri in bilico esprimono l'instabilità della superficie terrestre che, sebbene compatta in apparenza, è tuttavia in scorrimento nel lungo periodo.» (Menuro Washida)

Le piccole gru sono formate dai fili dei segnalibri cuciti nelle loro copertine. La serie Tectonic Models allude all’instabilità della crosta terreste e, più in generale, dei nostri sistemi sociali.

foto di Matteo Pasqualin, 8 settembre 2017

Nato ad Hiroshima, l’artista Takahiro Iwasaki ci parla di ambiente e urbanizzazione. Per vedere altre opere dell'artista e le tecniche adottate, si legga la breve ma efficace nota e si vedano le "sculture-miniature" in artbooms.com

Out of Disorder (Turned Upside Down, It's a Forest)

E' un omaggio a Venezia l'«Istallazione estemporanea in cui lo spazzolone utilizzato per dare la cera al pavimento del padiglione genera i pali lignei della Venezia subacquea. Lo spazzolone a setole dure non è di uso comune in Giappone. Venezia poggia su innumerevoli pali conficcati nella laguna. Il titolo, dell'opera e della mostra, Turned Upside Down, It's a Forest (Capovolta, è una foresta), si riferisce al cambiamento del punto di vista sui pali. La figura di filo rigido ricavato dallo straccio sullo spazzolone è la chiesa di Santa Maria della Salute, che si affaccia sul Canal Grande.» come osserva Menuro Washida, curatore del 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa.

Indicativi della sensibilità e della preparazione dell'artista sono i riferimenti all'opera dello scrittore Tiziano Scarpa e al prezioso volume di Franco Mancuso, espressamente citati dal curatore.

L'artista e le opere

Iwasaki (Hiroshima, 1975, studi al Edinburgh College of Art e alla Hiroshima City University) appartiene alla nuova generazione di artistici giapponesi ed è conosciuto per le sue meticolose riproduzioni di importanti monumenti giapponesi e di altre architetture. La sua opera si articola in due serie di lavori: la prima Reflection Model, la seconda Out of Disorder, documentate ai Giardini della Biennale.

La Reflection Models è formata da grandi modelli architettonici di templi giapponesi esistenti realizzati in cipresso giapponese hinoki, legno compensato e filo di ferro. Sono installazioni tridimensionali sospese a mezz’aria.

La Out of Disorder utilizza lenzuola, abiti, asciugamani da bagno, panni per la polvere, oppure fogli di vinile e bottiglie di plastica, cannucce, elastici, ancora stracci, contenitori per alimenti (bento usa-e-getta), rotoli di nastro isolante, setole di spazzolini da denti e capelli umani. Con e sui rotoli scolpiti si materializzano paesaggi costieri di una definizione sorprendente, mentre i filamenti dei diversi materiali diventano fabbriche, ruote panoramiche, montagne russe, rotaie, torri radio, antenne e tralicci dell'elettricità, vera costante nel paesaggio rurale. Sono tutte aggrovigliate archi-sculture di territori in miniatura.

Un ruolo fondamentale svolge l'inchiostro nero di china e acqua, proprio della pittura suibokuga, unito all'idea di giardino giapponese di pietra karensansui.

Le opere di Iwasaki si pongono all’intersezione degli universi micro/macro, esattamente dove questi si intersecano: è stato osservato che gli oggetti fanno pensare ad una Architectural Fragility.

Nell'occasione veneziana l'artista ha sottolineato «as the differing perspectives of artificial versus natural, order versus chaos, and history versus present complement each other, I hope that the viewers will become aware of the fragility of things, the flow of the passage of time, and the trompe-l’oeil effect of changing perception.»

Takahiro Iwasaki notevole esponente under 50 dell'arte contemporanea giapponese, ha creato un'esperienza spaziale pluriennale nella visualizzazione di Itsukushima Shrine a Hiroshima, dove continua a risiedere e a lavorare. Gli spettatori possono vedere il sito dalla prospettiva di un uccello, di un insetto o di un pesce, sfondando la percezione del tempo, del materiale e della realtà.

Ha esplorato il paesaggio rurale del Giappone in diversi precedenti lavori, promuove ora la ricerca con questo progetto immaginando il sito visto da terra e da mare. Il titolo della mostra deriva dall'idea che Venezia sarebbe come una foresta dato che è stata costruita su pali di legno (tronchi di alberi) infissi nel fondo e all'interno della laguna.

 

• Takahiro Iwasaki, Turned Upside Down, It’s a Forest, Skira, 2017

• Tiziano Scarpa, Venezia è un pesce, Feltrinelli, Milano 2000

• Franco Mancuso, Venezia è una città. Come è stata costruita e come vive, Corte del Fontego, Venezia 2016

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