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Per Italo Calvino

Tanti anni fa nella notte fra il 18 e il 19 settembre moriva Italo Calvino.

Nel 1957 esciva il Il barone rampante , nei «Coralli» Einaudi, mentre nel 20° fascicolo della rivista internazionale Botteghe Oscure (autunno dello stesso anno) apparve La speculazione edilizia. Due opere la cui conoscenza o rivisitazione dovrebbe essere obbligatoria per gli studenti del primo anno di Architettura.

Riporto questo brano de Il barone in cui Calvino disegna una sezione vegetazionale della Riviera ligure, non ben identificata ma esemplare. Vi si riscontrano già gli effetti della manomissione del territorio.

«Allora, dovunque s'andasse, avevamo sempre rami e fronde tra noi e il cielo. L'unica zona di vegetazione più bassa erano i limoneti, ma anche là in mezzo si levavano contorti gli alberi di fico, che più a monte ingombravano tutto il cielo degli orti, con le cupole del pesante loro fogliame, e se non erano fichi erano ciliegi dalle brune fronde, o più teneri cotogni, peschi, mandorli, giovani peri, prodighi susini, e poi sorbi, carrubi, quando non era un gelso o un noce annoso. Finiti gli orti, cominciava l'oliveto, grigio-argento, una nuvola che sbiocca a mezza costa. In fondo c'era il paese accatastato, tra il porto in basso e in su la rocca; ed anche lì, tra i tetti, un continuo spuntare di chiome di piante: lecci, platani, anche roveri, una vegetazione più disinteressata e altera che prendeva sfogo - un ordinato sfogo - nella zona dove i nobili avevano costruito le ville e cinto di cancelli i loro parchi.

Sopra gli olivi cominciava il bosco. I pini dovevano un tempo aver regnato su tutta la plaga, perchè ancora s'infiltravano in lame e ciuffi di bosco giù per i versanti fino alla spiaggia del mare, e così i larici. Le roveri erano più frequenti e fitte di quel che oggi non sembri, perchè furono la prima e più pregiata vittima della scure. Più in su i pini cedevano ai castagni, il bosco saliva la montagna e non se ne vedevano confini. Questo era l'universo di linfa entro il quale noi [Cosimo Piovasco di Rondò, il barone rampante, e suo fratello Biagio] vivevamo, abitanti di d'Ombrosa, senza quasi accorgercene» (pag. 34-5)

« , [...]» (pag. __)

Italo Calvino, Il barone rampante [1957], 1993, Palomar e Arnoldo Mondadori Editore, Milano

Italo Calvino, Romanzi e racconti (a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto), 1991, vol. I, Palomar Arnoldo Mondadori Editore, Milano, I Meridiani. In particolare "Note e notizie sui testi", a cura di Mario Barenghi, Bruno Falcetto e Claudio Milanini

Fonte dell'immagine: Pieter Bruegel il Vecchio, Ladro di nidi (particolare), 1568, olio su tavola, 59,3 x 68,3 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum; voce "Ladro di nidi" in Wikipedia, URL consultato il 19 settembre 2016

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