Piano per il terremoto
- di Massimo Pasqualin
- 3 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Tre i punti salienti dell'intervento di Renzo Piano sul Domenicale de Il Sole 24 Ore nelle edicole il 2 settembre 2016. In primo luogo la necessità di avvalersi della «scienza della diagnosi, che è precisa, oggettiva, per l’appunto scientifica», poi l'introduzione della «figura dell’architetto condotto, una sorta di medico che si preoccupa di curare non le persone malate ma gli edifici malandati e a rischio di crollo in caso di sisma. Essere architetto condotto insegna una cosa importantissima: l’arte di ascoltare e di trovare la soluzione. Per questo occorrono diagnostica e microchirugia e non la ruspa o il piccone. L’idea è quello di ricucire senza demolire, la leggerezza come dimensione tecnica e nel contempo umana.» Infine operativamente dal suo luogo di lavoro istituzionale il Senato, la proposta di «fare dieci prototipi che coprano tutte le tipologie costruttive, vecchie e recenti, dieci abitazioni che abbiano la funzione di modello per i futuri interventi. Case in pietra, in laterizio e in calcestruzzo, costruite prima o dopo la guerra. Si può fare, credetemi, e bisogna farlo» a scritto il senatore a vita «architetto, un costruttore di città».
Ha richiamato la sua fondamentale esperienza d'intervento nel centro storico di Otranto con Gianfranco Dioguardi, il noto Laboratorio di quartiere, patrocinato dall’Unesco che da decenni viene studiato e in qualche misura adottato, ma che risale a trent'anni fa. «»[…]

Sui dieci prototipi è al lavoro il gruppo G124, costituito presso il Senato, così denominato dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, che è stato trasformato in un laboratorio per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane.
Fonte dell'immagine: Il gruppo G124 al lavoro in Senato a Roma il 21 maggio 2015, URL consultato il 3 ottobre 2016
«Nel gruppo G124 lavorano con contratto annuale sei giovani architetti (tre donne e tre uomini) che vengono pagati con lo stipendio parlamentare di Renzo Piano che è stato interamente destinato a questo progetto. Ogni anno i sei architetti verranno sostituiti da altri sei selezionati attraverso un apposito bando. A coordinare il lavoro, oltre allo stesso senatore, ci sono i tutor: architetti, ingegneri, sociologi e psicologi scelti personalmente da Renzo Piano che, volontariamente e senza percepire alcun stipendio, si occupano di seguire i progetti sviluppati dai sei giovani. La cui formazione è un progetto in se stesso.» Dal sito: