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Kahlil Gibran

«Selma mi guardò e i suoi occhi rivelarono il segreto del cuore. Poi disse con calma: “Andiamo in giardino a sederci sotto gli alberi e a guardare la luna che spunta dietro ai monti”. Obbediente mi alzai dal mio posto, ma esitai.» (p. 43)

«Il profumo dei fiori si confondeva con la brezza quando entrammo nel giardino e ci sedemmo in silenzio su una panca accanto a un albero di gelsomino, ad ascoltare il respiro della natura addormentata, mentre nel cielo azzurro gli occhi di lassù assistevano al nostro dramma.» (p. 44)

«Come un mistico che riceve una rivelazione dal Cielo, mi vidi in mezzo agli alberi e ai fiori e, mentre mi avvicinavo all’ingresso della casa, scorsi Selma seduta sulla panca all’ombra dello stesso albero di gelsomino dove ci eravamo seduti la settimana prima, in quella notte che la Provvidenza aveva scelto per l’inizio della mia gioia e del mio dolore.» (p. 53-4)

Selma Karamy diceva sommessamente «”Che momento strano e impressionante! Una settimana fa a quest’ora, sotto l’albero di gelsomino, l’Amore abbracciò la mia anima per la prima volta, mentre il Destino scriveva la prima parola della storia della mia vita nel palazzo del Vescovo.”» (p. 55)

Il protagonista le rispose «All’alba, Amore mi risveglierà dal sonno e mi porterà ai campi lontani, e a mezzogiorno mi condurrà all’ombra degli alberi, dove troverò riparo, insieme agli uccelli, dal calore del sole. Alla sera, mi farà sostare innanzi al tramonto per udire il canto di addio della natura alla luce del giorno e mi mostrerà nubi evanescenti che navigano nel cielo. Di notte, Amore mi prenderà tra le sue braccia e io dormirò, sognando il mondo celeste dove dimorano gli spiriti degli amanti e dei poeti. In primavera camminerò a fianco dell’amore tra violette e gelsomini e berrò le gocce residue dell’inverno nelle coppe dei gigli. In estate faremo dei fasci di fieno i nostri cuscini e dell’erba ilnostro letto, e il cielo azzurro ci coprirà mentre contempleremo le stelle e la luna. In Autunno, io e Amore andremo alla vigna e siederemo presso il torchio e guarderemo le viti spogliarsi dei loro aurei ornamenti, e gli stormi di uccelli migratori voleranno su di noi. In inverno siederemo presso il focolare a raccontare storie di tanto tempo fa e cronache di paesi lontani.» (p. 58-9)

• Kahlil Gibran, Le ali spezzate (1957), 1993, Tascabili Economici Newton, Roma (Tit. orig. The Broken Wings, trad. Elvira Cuomo)

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